39,2 miliardi di euro e 276mila posti di lavoro a rischio. Questo il costo che le imprese del commercio e dei pubblici esercizi hanno pagato nel 2024 per l'illegalità - dall'abusivismo alla contraffazione, dalla criminalità alle spese difensive e assicurative, per chiudere con il cybercrime.
I dati emergono dalla ricerca “Più sicurezza per territori, imprese e città” di Confcommercio, presentata alla XII Giornata nazionale “Legalità, ci piace!”.
Nel 2024 il 30% delle imprese del terziario ha avvertito un peggioramento dei livelli di sicurezza: la percezione è che i furti siano stati in aumento del 28% (+ 4,5%) rispetto al 2023 e che gli atti vandalici e le spaccate siano cresciuti del 25,4% (+ 4,3), come pure le rapine (25,3%, pari ad un + 6,4%).
Il sostegno alle imprese per affrontare maggiori investimenti per prevenire i rischi, dotandosi di ulteriori misure di sicurezza, è al centro delle proposte che Confcommercio ha presentato al Governo. Patrizia Di Dio, vicepresidente di Confcommercio con delega alla Legalità e alla Sicurezza, ha anche parlato di ampliare sul territorio nazionale, partendo dalle aree critiche, la Polizia di prossimità (già attiva in alcune realtà con il poliziotto di quartiere). Patrizia Di Dio ha anche evidenziato che il rafforzamento del controllo del territorio da parte di Amministrazioni e FFOO sarebbe un deterrente anche contro i fenomeni di abusivismo e contraffazione (che, oltre ad alterare la concorrenza, degradano le città).
Il sottosegretario al Ministero dell'Interno, On. Nicola Molteni, ha sottolineato che libertà, sicurezza e legalità sono precondizioni essenziali per la crescita economica di un paese. La sicurezza non può essere considerata un costo sociale, ha dichiarato Molteni, ma va identificata come un patto sociale tra istituzioni, enti locali e associazioni, con lo Stato come attore principale. “Bisogna costruire la sicurezza dal basso con la cooperazione e il coordinamento”, ha dichiarato Molteni.
“Raccogliamo l'invito alla collaborazione dell'On. Molteni e siamo pronti a fare la nostra parte. Negli ultimi anni l'82,9% delle imprese del commercio ha investito in misure di sicurezza, soprattutto videosorveglianza (64,3%) e sistemi antintrusione (53,4%). Solo il 5,2% si è avvalso di personale di vigilanza privata armata e il 6,4% di operatori fiduciari: se gli esercenti saranno sostenuti da sgravi e incentivi si potrà fare di più, elevando la sicurezza del territorio e promuovendo lo sviluppo del commercio”, ha dichiarato il Presidente di UNIV Anna Maria Domenici.