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30 ottobre 2025


Di Nardo (UNIV) al 4° Rapporto Censis-Verisure sulla Sicurezza della Casa

Nel 2024 in Italia sono stati denunciati 155.590 furti in casa (+5,4% sul 2023) e 1.891 rapine (+1,8%); Roma è in testa alla graduatoria con 8.699 furti in abitazione - 31,7 reati ogni 10.000 abitanti. Al secondo posto troviamo Milano con 3.152 furti in casa (23,1 per 10.000 residenti), al terzo posto Torino e al quarto Firenze. È quanto emerge dal 4° Rapporto dell’Osservatorio Censis-Verisure sulla Sicurezza della Casa presentato oggi all'Ara Pacis di Roma.

Tra i relatori, assieme ad Anna Italia, Direttrice di ricerca del Censis e Antonio Basilicata, Direttore Servizio Analisi criminale del Ministero dell’InternoA, anche il nostro Vice Presidente Angelo di Nardo. Intervenendo al dibattito, Di Nardo ha sottolineato – anche alla luce della sua esperienza di Sindaco – la necessità di educare i cittadini alle buone pratiche di sicurezza, poiché nell’80% dei casi i furti in abitazione sono favoriti purtroppo anche da comportamenti incauti o negligenti delle stesse vittime. “L’Italia è il paese del giorno dopo”, ha affermato, “dove si reagisce alle emergenze invece di prevenirle. Dobbiamo diventare il paese del giorno prima, promuovendo la cultura della prevenzione attraverso un dialogo costante tra forze dell’ordine, enti e cittadini. Di Nardo ha inoltre ribadito l’importanza di un riconoscimento istituzionale per la sicurezza privata, sottolineando la necessità di un quadro normativo adeguato ai nuovi scenari e agli aumenti contrattuali. “UNIV – ha detto - continuerà a promuovere la cultura della sicurezza e della prevenzione, collaborando con istituzioni e operatori del settore per costruire un paese più sicuro e consapevole.”

Ma entriamo nel dettaglio della ricerca.

Furti in casa
Circa 14 milioni e mezzo di italiani, il 28,6% del totale, hanno subìto un furto in casa, 8 milioni (16,1%) hanno avuto un tentativo non riuscito e 4 milioni e mezzo di individui (8,7%) lamentano di aver subìto un atto di vandalismo ai danni della propria abitazione. Il furto in casa è di gran lunga il reato che gli italiani hanno più paura di subire: lo mette al primo posto il 59% degli intervistati (lo scorso anno era il 48%). Eppure, i dati relativi al primo semestre del 2025 rivelano come si siano ridotti sia i furti, che sono 61.555 (-8,6% rispetto al primo semestre del 2024) sia le rapine (-11,6%).

Dispositivi di sicurezza
L’84,9% della popolazione pensa che avere dispositivi di sicurezza faccia vivere meglio e stare più tranquilli. L’88,9% degli italiani ha già almeno un dispositivo in casa, il 67,8% ne ha più di uno e il 64,1% pensa che nel futuro destinerà maggiori risorse alla sicurezza domestica. Fondamentale è la porta di ingresso: il 65,3% ha la porta blindata, il 35,1% il videocitofono, l’11,1% ha la serratura elettronica, l’87% non apre mai la porta agli sconosciuti, il 67,1% chiude a chiave la porta anche se è in casa. Quando è fuori casa per vacanze, il 69,2% della popolazione evita di utilizzare i social per pubblicare foto e informazioni, il 53% avvisa i vicini e il 45,6% chiede a qualcuno di simulare la presenza. Infine, il 17,1% rinuncia alle vacanze per non lasciare la propria casa incustodita.

Sicurezza democratica
La sicurezza domestica non si deve trasformare in un ulteriore elemento di differenziazione sociale tra chi se la può permettere e chi no: il 59,7% della popolazione sarebbe interessato a dotarsi di un sistema di allarme, ma è convinto che costi troppo, con percentuali che arrivano al 70,9% tra i meno abbienti, e il 60,5% degli italiani non conosce l’esistenza del “bonus sicurezza”. Il 79,6% della popolazione chiede però di poter disporre di sistemi di allarme personalizzati, in cui si combinino più elementi predisposti in base alle specifiche esigenze di ciascuno. Il 75,3% chiede di essere affiancato ed assistito da persone esperte durante tutte le fasi del percorso di protezione da rischio.

I reati
Nel 2024 crescono i reati di genere: tra questi si contano 28.896 maltrattamenti contro familiari e conviventi, 20.289 atti persecutori e 6.831 violenze sessuali. Al numero antiviolenza 1522 della Presidenza del Consiglio nel 2024 sono arrivate 17.631 chiamate relative a atti violenti che nel 97,4% del totale hanno vittime donne e nel 79,4% dei casi risultano consumati all’interno della propria abitazione.
Quasi 5 milioni di italiani hanno un’arma da fuoco in casa e potrebbero utilizzarla. Si tratta di un’ipotesi non così improbabile, se si considera che il 52,2% degli italiani pensa che dovrebbe essere consentito dalla legge sparare ad un ladro che è entrato in casa per rubare (78,8% tra chi ha già un’arma da fuoco) e il 20,4% della popolazione sarebbe favorevole a rendere più semplice l’acquisto di armi (valore che è del 41,9% tra chi già possiede un’arma). Inoltre, il 50,9% degli italiani ritiene che i cittadini dovrebbero organizzarsi in ronde e partecipare attivamente al controllo del territorio.

I dati sono stati commentati da Valentino Valentini, Viceministro delle Imprese e del Made in Italy, Nicola Molteni, Sottosegretario Ministero dell’Interno, Tania Giallongo, Viceprefetto di Roma, Roberto Massucci, Questore di Roma, Francesco Greco, Delegato alla Sicurezza del Comune di Roma Capitale, Costanzo Della Porta, Membro Commissione Affari Costituzionali Senato della Repubblica, Paola Di Nicola Travaglini, Giudice Corte di Cassazione e componente Tavolo Tecnico nazionale sulla violenza contro le donne Dipartimento Pari Opportunità, Giorgio De Rita, Segretario Generale Censis, Antonio Ragonesi, Responsabile Area Sicurezza e legalità Anci, Antonio Russo, Direttore Generale Verisure Italia, Maria Carolina Varchi, Membro Commissione Giustizia Camera dei Deputati.