Partiamo con un breve identikit aziendale di CVO Group: data di nascita, mission, servizi, posizionamento e dimensionamento, elementi distintivi e competitivi.
Fondata nel lontano 1919 da Enrico Piccioni e dalla sua famiglia — sì, quando la sicurezza si faceva con la lampada a petrolio più che con la videosorveglianza — CVO Group è una delle realtà storiche del settore. Nel 1991 è entrata nell’universo della famiglia Vaccariello, che ha saputo traghettarla nel nuovo millennio con visione e coraggio.
Oggi, sotto la guida di Bartolomeo Pierluigi Vaccariello, l’azienda ha completato una profonda trasformazione manageriale: un passaggio deciso da una gestione familiare a una governance strutturata e orientata alla crescita, senza però perdere la solidità e i valori di sempre.
Il nuovo corso ha portato all’inserimento di manager di alto profilo nelle principali aree strategiche e a una rinnovata efficienza organizzativa, con un modello gestionale evoluto che punta su tre pilastri: innovazione, valorizzazione del territorio e aggiornamento continuo di servizi e prodotti.
CVO oggi offre un ventaglio di servizi completo: dai collegamenti allarme alla progettazione e installazione di sistemi di vigilanza, dal pattugliamento stradale e videosorveglianza fino ai progetti Taylor made per clienti che richiedono soluzioni personalizzate di vigilanza armata e non armata.
In sintesi: sicurezza a 360 gradi, ma con la testa e il cuore sempre sul campo.
Siamo un gruppo solido e radicato nel territorio, con una presenza capillare nelle province di Bergamo, Brescia, Crema, Cremona, Mantova, Milano, Monza e Brianza e Verona. Una rete che ci consente di garantire efficienza e tempestività operativa, perché la sicurezza, si sa, non ama aspettare.
I nostri valori non sono semplici parole, ma bussola quotidiana:
· Etica, perché ogni decisione va presa con integrità, trasparenza e rispetto per persone, leggi e contesto.
· Affidabilità, perché gli impegni si mantengono, sempre, e la fiducia si costruisce nel tempo.
· Concretezza, perché promettere è facile, ma noi preferiamo fare — e fare bene.
Il nostro obiettivo è semplice ma controcorrente: evitare di vendere ciò che non serve. Niente servizi superflui o costosi solo per far scena: proponiamo soluzioni realmente efficaci, pensate per garantire una sicurezza autentica, non apparente.
La mission di CVO Group è chiara:
· Preservare la sicurezza dei clienti con servizi professionali e trasparenti;
· Creare ambienti sicuri e sereni per le comunità in cui operiamo, dal piccolo negozio alla grande azienda;
· Combinare innovazione tecnologica ed eccellenza operativa, offrendo soluzioni su misura e all’avanguardia;
· Garantire un ambiente di lavoro sicuro, inclusivo e stimolante, in cui i nostri dipendenti possano crescere e sviluppare il proprio talento.
Proprio quest’ultimo punto è il cuore del nostro progetto HR, un’iniziativa pionieristica nel settore della vigilanza, pensata per valorizzare le persone, far emergere le competenze e far sì che chi lavora con noi non si limiti a “prestare servizio”, ma costruisca un percorso di crescita reale.
In poche parole: da più di un secolo facciamo sicurezza. Ma soprattutto, la facciamo evolvere.
Scelga tre punti critici del comparto e ce li racconti.
Solo tre? Difficile scegliere in un comparto dove i problemi fanno la fila.
Il primo è la burocrazia pachidermica: tra assunzione e rilascio dei titoli passa così tanto tempo che spesso i giovani cambiano mestiere prima ancora di iniziare.
Poi c’è la questione delle tariffe: listini da svendita che alimentano un circolo vizioso di sottopagati e servizi sviliti. In certi casi si impiegano fiduciari in servizi armati — un po’ come affidare un intervento chirurgico a un violinista. Noi non ci stiamo: difendiamo la professionalità del lavoro e pretendiamo controlli seri e tariffe minime che rispettino le persone.
Infine, la fuga dei lavoratori da un istituto all’altro per pochi euro o un buono pasto in più. La nostra risposta è investire sul welfare aziendale e su un progetto HR innovativo, perché chi si sente valorizzato non cambia divisa, ma cresce con l’azienda.
Quali sono invece i punti di forza che garantiranno la tenuta e la crescita del comparto nei prossimi 5-10 anni?
Il futuro della vigilanza non si giocherà solo sulla tecnologia, ma su chi la sa usare con testa, etica e competenza. Le videocamere potranno diventare sempre più intelligenti, ma se dietro non c’è una persona formata, motivata e consapevole del proprio ruolo, restano solo occhi che guardano — e non vedono.
In CVO crediamo che il vero valore aggiunto sia umano: professionisti preparati, capaci di leggere le situazioni, anticipare i rischi e collaborare con il cliente in modo consulenziale, non meramente esecutivo. La sicurezza di domani sarà fatta di analisi, prevenzione e capacità decisionale, non solo di ronde o monitor.
Il comparto crescerà se saprà dare dignità e identità alla professione del vigilante privato, riconoscendone il valore sociale e la complessità. Perché oggi la vigilanza non è più “un servizio”, ma un presidio di fiducia.
CVO investe da anni in formazione avanzata e cultura della responsabilità. Abbiamo scelto di integrare tecnologia e persone in modo intelligente: il digitale non sostituisce, amplifica la competenza umana.
Droni, software, intelligenze artificiali… tutto bellissimo, ma senza la componente umana diventano solo strumenti muti.
E poi c’è un punto che mi sta particolarmente a cuore: la professionalizzazione del settore.
Quando il vigilante viene visto come un “guardiano”, perdiamo tutti.
Quando viene formato, ascoltato e rispettato come professionista, il comparto cresce.
È qui che si giocherà la vera partita dei prossimi dieci anni.
Per questo dico sempre: il futuro della sicurezza non sarà fatto da macchine che pattugliano, ma da persone che pensano. E chi saprà mettere insieme tecnologia e cervello — in modo etico, sostenibile e consapevole — sarà il vero vincitore di questa nuova era.
Droni, bodycam, intelligenza artificiale: quale tecnologia sarà il vero game changer per la sicurezza privata?
La risposta è semplice: nessuna tecnologia lo sarà da sola.
La vera rivoluzione è etica e umana.
Dico sempre che non vendiamo prodotti, ma ore uomo — e la qualità di quelle ore fa tutta la differenza. I droni, le AI, i cani robot… sono strumenti utili, ma senza una guida etica e competente restano solo gadget costosi.
La sicurezza del futuro si costruisce con persone consapevoli, non con software aggiornati.
Last but not least: cosa significa essere una donna ai vertici in un settore ancora dominato dall’imprenditoria maschile?
Cosa significa essere una donna Manager in Italia, a prescindere dal settore?
Vent’anni di carriera tra consulenza, attività da CFO, Group CFO e direzione generale mi hanno insegnato una cosa: non è il settore a essere maschilista, è il Paese a essere in ritardo.
Io ho scelto di affrontarlo con le mie tre armi preferite: intelligenza, professionalità e un’etica del lavoro ferrea.
Non comando, conduco. Le persone mi seguono non perché “sono AD”, ma perché riconoscono competenza e rispetto.
Chi confonde autorevolezza con autoritarismo probabilmente non ha mai lavorato con una donna che sa cosa fa — e questo spiega parecchio.
Essere donna ai vertici significa ogni giorno rompere uno schema, anche solo stando lì, a dimostrare che si può.
Alle donne che leggono voglio dire una cosa: non aspettate che qualcuno vi dia il posto. Prendetevelo.
Non serve alzare la voce per farsi sentire: serve alzare lo sguardo e sapere chi siete.
E quando lo sapete, vi garantisco… non vi ferma più nessuno.