La Consulta dei Servizi, che rappresenta 19 associazioni nazionali e 4 filiere (UNIV inclusa), accoglie con interesse gli emendamenti al Decreto Infrastrutture (A.C. 2416), in particolare quelli che intervengono su due aspetti cruciali per il futuro dei servizi: la revisione ordinaria obbligatoria dei prezzi e una maggiore uniformità nelle regole degli appalti di servizi e forniture.
La richiesta è chiara: serve un meccanismo stabile e strutturale per la revisione dei prezzi, a tutela delle imprese, dei lavoratori e dei cittadini. Le soglie attuali del 5% si sono dimostrate insufficienti, soprattutto nei contratti pluriennali di settori ad alta intensità di manodopera e funzione pubblica come la vigilanza privata.
Lo dimostra uno studio elaborato dalla Consulta: la soglia del 5% è inefficace, bisogna ridurla al 3% attivando la revisione automatica dei prezzi. Il tutto senza impatti significativi sulla spesa pubblica: oltre il 71% delle risorse stanziate resterebbe infatti disponibile per le stazioni appaltanti.
La recente nascita di un intergruppo parlamentare dedicato al settore, sostenuto da esponenti di maggioranza e opposizione, testimonia l'urgenza e la trasversalità del tema: se gli emendamenti non verranno approvati, migliaia di imprese rischiano infatti di non sopravvivere con centinaia di migliaia di posti di lavoro a rischio.
È inaccettabile che, mentre nel settore dei lavori pubblici la soglia per attivare la revisione prezzi sia stata giustamente abbassata al 3%, nei servizi sia ancora ferma al 5%, e che la revisione ordinaria sia solo facoltativa. Le imprese sono costrette ad assorbire da sole gli effetti di inflazione e rincari. È ora di superare questa evidente disparità, che penalizza imprese e lavoratori e danneggia l’intera collettività.