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Pubblicato il 11 ottobre 2019

Sicurezza privata, servizi e nuovi business: a Roma il CoESS 2019

Roma, 11 ott. (askanews) – Esperti e manager di sicurezza privata e rappresentanti delle forze dell’ordine europee riuniti a Roma per discutere dei vantaggi dei partenariati pubblico-privato in tema di difesa e sicurezza, condividere le migliori pratiche di cooperazione internazionali e fornire approfondimenti su nuove forme di servizi ai cittadini e modelli di business.

Nel trentesimo anniversario della sua fondazione, nella sede di Confcommercio si è tenuto il vertice europeo annuale sulla sicurezza di CoESS, la Confederazione dei servizi di sicurezza europei, che riunisce 23 associazioni di 18 Stati membri UE, con 45.000 società di sicurezza private, 2 milioni di vigilantes e un fatturato annuo in Europa di oltre 40 miliardi di euro.

Come migliorare la cooperazione tra polizie e sicurezza privata, gli ostacoli e le soluzioni per i partenariati pubblico-privati e come creare nuovi servizi di sicurezza per la società, sono stati alcuni degli argomenti sui cui si è fatto il punto.

L’evento è stato organizzato in collaborazione con FederSicurezza, la Federazione italiana del Settore della Vigilanza e Sicurezza Privata: sono oltre 1.300 le aziende in Italia che operano nel settore, con 72.000 occupati e un fatturato di oltre 3,4 miliardi di euro.

Il presidente di FederSicurezza, Luigi Gabriele: “I temi della giornata sono anzitutto riaffermare la validità e l’importanza di una cooperazione tra le rappresentanze nazionali nel contesto europeo; il secondo è cercare di veicolare tramite il contesto europeo tutta una serie di problematiche che a volte hanno difficoltà di essere risolte a livello meramente nazionale: fare quadra e squadra a livello europeo ci consentirebbe di ritorno di avere nello stato nazionale, nel caso nostro l’Italia, maggiore ascolto da parte delle istituzioni. In Italia noi abbiamo la miglior normativa, che purtroppo però significa anche la più complessa normativa che gestisce questo settore”.

Non più solo vigilanza privata, scorte e trasporto valori, ma anche contractors per i compound militari in scenari bellici, protezione dei big data, IT e cybersecurity sono oggi gli ambiti di collaborazione tra i governi e le società di sicurezza privata.

Secondo Gabriele sono tre, per il settore, i nodi fondamentali da risolvere: “La possibilità per noi di adire anche alla tutela fisica della persona, che in questo momento non ci è consentita; secondo, stabilire quale è il principio di continuità di prestazioni in sintonia tra Stato e privato; terzo sarebbe interessante capire che un segmento di mercato importantissimo, cioè la tutela delle persone all’estero, comprese le basi militari italiane, in questo momento è patrimonio e appalto delle compagnie private militari inglesi e noi siamo esclusi da questo settore. È un segmento da 60 miliardi annui di fatturato, che porterebbe una boccata d’ossigeno enorme, ma che vuole uno scrollone normativo e legislativo forte che in questo momento non si riesce ad avere, anche per le note complicazioni di carattere Costituzione-governo”.


 

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